Caso Scarfato: il presidente Placanica interviene sul Dubbio.

Pubblichiamo l’articolo a firma del presidente Placanica apparso sul quotidiano il Dubbio del 19 maggio 2017.

“Chiariamo subito un punto. Il Capitano dei Carabinieri Giampaolo Scarfato per noi, fino a prova contraria, é innocente dall’accusa di falso che gli viene contestata. É certo però, perché ammesso dallo stesso militare, che alcuni passi dell’informativa su Tiziano Renzi, il babbo dell’ex premier Matteo, siano falsi. Riportino cioé circostanze diverse dalla realtà. Sia sottacendo ulteriori attività di indagine, in particolare sulla presenza sul luogo delle investigazioni di appartenenti ai servizi segreti (che come in ogni procedimento di grido non potevano certo mancare). Sia, in modo ancora più clamoroso, alterando nel corpo dell’informativa, le parole pronunciate durante le intercettazioni dai soggetti indagati, malgrado le stesse fossero riportate in modo corretto dai carabinieri che avevano proceduto all’ascolto e alla prima trascrizione.
Diciamo che questi falsi sono certi perché li ammette lo stesso Scarfato. Il quale si difende adducendo la buona fede e la mancanza di dolo. Avrebbe commesso un errore, ma non aveva alcuna intenzione di propinare un falso ai suoi P.M., con i quali anzi – per la verità con quello di Napoli, dott, Woodcock – lavorava in perfetta sintonia, ricevendo minuziose indicazioni. Questa versione, peraltro, ha convinto immediatamente proprio il dott. Woodcock, tanto da spingerlo a fare di corsa una intervista sulla stampa, affermando che certamente il capitano Scarfato aveva commesso un semplice errore, senza alcuna intenzione di manipolare gli atti, men che meno con il fine di danneggiare la famiglia Renzi.
Di diverso avviso però si é dimostrata la Procura di Roma, che di fronte al dato oggettivo del falso, ha ritenuto necessario e opportuno aprire un fascicolo, ponendo sotto indagine il capitano, per accertare (o escludere) l’intenzionalità dell’errore.
Un’indagine a piede libero, senza alcun pregiudizio per la vita personale e professionale dell’indagato, che, per quanto ci risulta, continua ad essere in servizio e anzi continua a lavorare sulla stessa indagine con delega della Procura di Napoli.
Bene, diciamolo, un quadro perfetto. Quello che auspichiamo per ogni indagine penale.
L’anomalia, o se volete l’ipocrisia, che vogliamo denunciare é quella che fa passare il caso Scarfato come un caso isolato, praticamente unico.
Come se non accadesse mai che nel corpo di informative di P.G. e nelle trascrizioni si riscontrino anomalie come quelle attenzionate dalla Procura di Roma.
Bene, diciamolo, non é così! Errori, frasi monche, letture parziali degli atti, tutti volti a costruire tesi distorte e fuorvianti, noi avvocati negli atti di Indagine li rinveniamo di frequente. E per poterli contrastare e per accertare la diversità dei fatti processuali e la fallacia delle tesi accusatorie che ne conseguono, siamo costretti ad aspettare il dibattimento.
Allora consentiteci di dire che il caso Scarfato presenta sì un fatto raro, se non addirittura unico. Quello che di fronte ad un dato alterato nel corpo di una informativa si sia, doverosamente, deciso di indagare per capire se sia stato commesso in buona fede e quindi per mero errore o viceversa con intenzionalità e qui di con dolo. L’auspicio é che questa divenga la prassi. A tutela degli indagati, del maggior affidamento delle indagini e anche della professionalità della polizia giudiziaria che sarebbe tutelata da chi ritiene di potere dare libero sfogo, nel corpo degli atti destinati ai pubblici ministeri, ai propri sospetti, alle proprie convinzioni e spesso a dei pregiudizi sui soggetti sottoposti ad indagini.
Care Procure dopo Scarfato, fatte emergere l’intero iceberg!”
Cesare Placanica
Presidente della Camera Penale di Roma

No Comments Yet

Comments are closed