Dichiarazione del Presidente della Camera Penale di Roma sull’inaugurazione dell’anno giudiziario

« L’inaugurazione dell’anno giudiziario, ancor più nelle sedi locali, è un rito anacronistico, asimmetrico e vuoto: per questo i pena listi romani da anni non vi prendono parte. Infatti, la pretesa neutralità dei dati sull’amministrazione della giustizia che vengono snocciolati in queste occasioni, nasconde una visione parziale dei problemi, posto che molti dei dati che dimostrano le vere cause dei mali giudiziari non vengono in realtà esposti, come ad esempio quelli che sono di recente emersi rispetto alla prescrizione dei reati.
A questo proposito, per anni si è parlato della lungaggine dei processi, dando la colpa della prescrizione alle “manovre difensive”, ma tacendo che il vero problema era “nascosto” nella fase delle indagini preliminari, e che la vera causa era semmai da rinvenirsi nelle “manovre” dei Pubblici ministeri.
Del resto è noto che la neutralità delle statistiche è un mito e che, dallo strapuntino concesso all’avvocatura penale in queste occasioni, non si riesce a raggiungere una maggiore dose di verità. Ma il problema più grave è un altro. In queste cerimonie domina il campo una concezione ottocentesca della giustizia, tutta imperniata sul numero di condanne ottenute, di fenomeni criminali debellati, di beni sequestrati, di processi smaltiti, mentre raramente si parla di rispetto dei diritti e mai di qualità del processo: eppure, anche a voler restare solo ai numeri, ci sarebbe da riflettere perlomeno sul fatto che nell’ultimo ventennio è stato disposto il risarcimento per ingiusta detenzione di circa seicento milioni di euro, quasi il valore di una finanziaria.
Perché non si citano mai questi dati? Forse perché dimostrano che la bancarotta della giustizia italiana non dipende solo dagli “altri”, ma anche dagli errori della magistratura.

Il Presidente della Camera Penale di Roma Francesco Tagliaferri

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