Oggi ricorre la giornata internazionale dei diritti umani ed Amnesty International, Antigone, Arci, altre associazione e l’Unione delle Camere Penali manifesteranno, osservando un minuto di silenzio, per sollecitare la rapida approvazione della legge sul reato di tortura.
La Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura è stata approvata 30 anni fa e l’Italia l’ha ratificata nel 1989, ma nonostante sia trascorso un quarto di secolo, non ha ancora approvato un legge che preveda e punisca il reato di tortura.
Al Parlamento è in discussione un disegno di legge che qualifica la tortura come reato comune e non come reato proprio del pubblico ufficiale, contrario ai principi ed alla lettera della convenzione.
Invece, la storia di questo Paese dice che la tortura è un reato proprio del pubblico ufficiale, commesso per estorcere confessioni dall’arrestato, per umiliarlo o, infine, per annientarlo: basti pensare alle violenze inflitte ai manifestanti di Genova nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano, o ai casi individuali che hanno scosso l’opinione pubblica, in cui persone detenute o arrestate sono state oggetto di vessazioni gratuite da parte di chi li aveva in custodia.
Anche gli Usa non hanno taciuto e non hanno esitato ad istituire una commissione parlamentare per accertare i casi di tortura che si sono verificati, da Guantanamo ad Abu Grhaib, a seguito dei fatti dell’11 settembre 2001 e, proprio ieri, è stato pubblicato un rapporto su quelle torture.
La mancata introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale è il frutto del silenzio ipocrita della politica e delle istituzioni: c’è da sperare che il minuto di silenzio delle nostra e delle altre associazioni, serva a dare voce al parlamento italiano per arrivare all’approvazione di un testo legislativo che introduca il reato di tortura nel nostro ordinamento in armonia con i principi e la lettera della convenzione internazionale.