Si è svolto ieri, a Roma, presso l’Istituto Arturo Carlo Jemolo il convegno La riforma del processo penale che ha visto la partecipazione di Alessandro Sterpa (commissario straordinario dell’Istituto Arturo Carlo Jemolo), Ernesto Lupo (primo presidente della Corte Suprema di Cassazione), Valerio de Gioia (magistrato), Francesco Monastero (presidente del Tribunale di Roma), Paola Balducci (componente del Consiglio Superiore della Magistratura), Francesco Minisci (presidente dell’Associazione nazionale magistrati), Cesare Placanica (presidente della Camera Penale di Roma), Marco Lepri (segretario dell’Associazione Nazionale Forense).
Durante il dibattito la Camera Penale di Roma ha salutato il primo intervento pubblico del nuovo Presidente dell’ANM Minisci il quale ha espresso considerazioni condivisibili sulla nuova riforma delle intercettazioni (oggetto di un nostro recente convegno), su quella della depenalizzazione e, infine, su quella della prescrizione, confermando così il proficuo confronto che aveva contraddistinto il dialogo tra il suo immediato predecessore, Eugenio Albamonte, e l’avvocatura penale rappresentata dalle Camere Penali.
Rimangono, ovviamente, molte distanze sui c.d. Trojan e sulla reformatio in peius dell’appello, due punti sui quali permangono tra penalisti e magistrati notevoli distanze nel merito. Sul punto si segnala anche la richiesta, avanzata da Cesare Placanica, di rilanciare i riti alternativi, attaccati, invece, da parte dell’ANM.
Qui il link all’intervento di Francesco Minisci e di Cesare Placanica su Radio Radicale.