Rosy Bindi vìola l’autonomia e l’indipendenza dei giudici.

AUSPICHIAMO, DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, UN MAGGIORE SENSO DELLO STATO.
Di seguito la risposta della Camera Penale di Roma, ripresa da numerosi organi di comunicazione, all’esternazione della Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, on. Bindi, che stigmatizzava il giudizio pronunciato dal collegio giudicante del processo Mafia- Capitale, sbagliato, a suo dire, per essere stato reso da giudici non specializzati (a differenza, sempre secondo la stessa Bindi, dei magistrati della Procura di Roma) e quindi inidonei a quel tipo di processo.
Inidonei, con il senno di poi, per avere tradito le aspettative di un esponente politico.

“La Camera Penale di Roma auspica da parte della presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, un maggiore senso dello Stato. Riscontriamo, infatti, con stupore le esternazioni dell’on. Bindi rispetto alla sentenza di primo grado del processo ‘Mafia capitale’ con cui si accusano i giudici del Tribunale di Roma di non essere idonei, perche’ non specializzati, a giudicare i reati contestati dalla Procura”. Lo affermano i penalisti romani, commentando in una nota le dichiarazioni rilasciate da Bindi. “Risulta palese, da parte del presidente della Commissione Antimafia, la violazione del principio, costituzionalmente garantito, dell’indipendenza della magistratura dal potere politico – rileva la Camera penale di Roma – lo stesso principio piu’ volte invocato rispetto a sentenze gradite. Ecco perche’ auspichiamo un maggiore senso dello Stato”.

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